lunedì 15 agosto 2011

Sole.

Dismessa la veste del caso, il turista si aggira con ruote alate e inaspettatamente gioiose su una sabbia gialla e pulita. Forse ci vuole dimostrare che i sogni dicono la verità, o forse è solo questione di casualità, appunto. O forse ancora, è l'ennesima chimera.
Sedotto dal suono di un passato che torna travestito da acciughe, faide e palloni si ferma a contemplare il tramonto sull'eterna amante che una miriade di volti felici osserva con un'estasi appena inferiore alla sua.
Poi, in un rigurgito d'orgoglio, dà cinicamente le spalle al grande disco rosso e si sente lontano. Ebbene, nel farlo, si chiede dov'è arrivato realmente. E perché. Infine, e non ve n'è certezza, accetta di convivere con quella domanda senza avvertire l'urgenza di darle risposta.
L'augurio è che essa, imprevista e non richiesta, gli piova addosso con la leggerezza di una goccia d'estate, che sciogliendosi sulla pelle non muore.
Come un sogno. Come un racconto.
Non è questo il solo modo per vivere?


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